Itinerario in Bassa California del Sud: il nostro viaggio di nozze tra deserto, spiagge e meraviglia
Dopo i colori, i rumori e le infinite contraddizioni di Città del Messico, il nostro viaggio è proseguito verso un Messico completamente diverso, più ruvido, più essenziale. Siamo atterrati a La Paz, nel cuore della Bassa California del Sud, dove tutto cambia: il tempo rallenta, il paesaggio si spoglia, e l’anima comincia a respirare.
Non era un viaggio qualunque. Era il nostro viaggio di nozze. E abbiamo scelto, consapevolmente, un percorso meno battuto, più intimo, più vero. Niente resort, niente itinerari classici, niente crociere all inclusive.
Mangiare pesce fresco – ceviche, tacos di pescado, almejas – è stata la nostra routine. I prezzi sono ancora accessibili, più alti rispetto a Città del Messico ma molto più bassi rispetto all’Italia. Tuttavia, si avverte chiaramente che la zona è in forte crescita: molti locali hanno già alzato i prezzi rispetto a due anni fa.
Nonostante questo, il senso di natura intatta e di isolamento è rimasto fortissimo, ed è stata una delle cose più suggestive dell’intero viaggio: per 12 giorni solo noi, una macchina, e la libertà di perderci tra mare, deserto e silenzio.
Il deserto, il mare e la strada: il cuore della Baja
In Baja si viaggia per chilometri senza incontrare nessuno, attraversando distese infinite di deserto dove il cielo si fonde con la terra. Cactus alti come alberi, mucche e cavalli vaganti ai lati delle carreggiate, piccoli altarini colorati dedicati a santi, defunti e viandanti. A volte si scorge una chiesetta isolata, oppure un baracchino improvvisato in mezzo al nulla dove qualcuno ti vende tostada, aguachiles o acqua fresca.
La nostra macchina segnava 30-35 gradi, ma a noi sembravano 40. Il sole della Baja è asciutto, accecante, ti schiaccia e ti libera allo stesso tempo. Non c’è niente intorno, eppure tutto sembra vivo. Il vuoto, qui, è pieno di senso.
Isla Espíritu Santo: tra leoni marini e spiagge deserte
Dopo esserci ambientati a La Paz, abbiamo subito lasciato la terraferma per un’escursione a Isla Espíritu Santo, una delle isole più suggestive del Mar di Cortez. La barca correva veloce, ma bastava guardarsi intorno per sentire che la Baja non è un posto qualunque: rocce nude, spiagge bianchissime, acqua trasparente e silenzio quasi sacro. Abbiamo fatto snorkeling, e avvistato i leoni marini (da giugno a novembre non si può nuotare con loro perchè disturberemmo il periodo dell’accoppiamento). Il pranzo l’abbiamo consumato su una spiaggia, all’ombra di una roccia, mangiando ceviche fresco e tortillas mentre il mare ci lambiva i piedi.
Playa Balandra: la baia che sembra un miraggio
Uno dei luoghi che più ci è rimasto nel cuore è Playa Balandra, che molti considerano la spiaggia più bella del Messico – e dopo averla vista, possiamo dire che questa definizione non è affatto esagerata. Una baia protetta, di acqua bassa e cristallina, circondata da colline desertiche punteggiate di cactus. Sabbia bianca, acqua trasparente che sembra vetro, e una quiete quasi surreale, resa ancora più intensa dal fatto che ci siamo andati in bassa stagione.
L’accesso alla spiaggia è contingentato in due turni giornalieri (mattina e pomeriggio) per proteggerne l’ecosistema, ma noi siamo riusciti a entrare senza prenotazione perché non erano ancora esauriti gli ingressi del primo turno. Una fortuna, perché passare una giornata qui significa camminare nell’acqua per decine di metri, immergersi lentamente in un paesaggio che sembra sospeso tra il reale e il cinematografico. Una bellezza naturale che si impone con discrezione, senza costruzioni, senza rumore, solo mare, vento e luce.
Los Cabos: troppo costruita, troppo americana
Da La Paz ci siamo diretti a Cabo San Luca, scegliendo la via interna, breve ma intensa. Fuori, solo deserto: baracchini improvvisati, piccoli altarini decorati con fiori di plastica, chiesette isolate.
Arrivati in quella che è una delle mete più famose della Baja California del Sud, e anche una delle più turistiche ci siamo ritrovati spiazzati: da un lato la bellezza della costa, dall’altro un forte senso di snaturamento. Troppi resort, troppi fast food, troppi americani in vacanza all inclusive, barche da crociera enormi a pochi metri dalla riva, che con ogni minimo movimento causavano onde così alte da mangiarsi la spiaggia fino alla soglia dei ristoranti. Un angolo di Messico trasformato quasi in una succursale di Miami.
Così, abbiamo deciso di scappare a San José del Cabo, più discreta, meno contaminata, con un centro più raccolto. Lì ci siamo fermati in una piccola spiaggetta tranquilla, lontana dal frastuono, e ci siamo imbattuti per caso in un baracchino improvvisato sotto un ponte, dove vendevano pesce e ostriche fresche aperte al momento. Sembrava una festa di paese: musica, profumo di griglia, famiglie che ridevano, bimbi che giocavano. Un momento prezioso e inatteso, che ci ha fatto ritrovare quello spirito autentico e semplice che più ci rappresenta e che cercavamo in questo viaggio.
Todos Santos: tra polvere e meraviglia
Siamo partiti alla volta di Todos Santos, una cittadina artistica immersa nel deserto. Abbiamo soggiornato al Baja Temple, un piccolo gioiello in stile boho-chic, incastonato tra strade sterrate e cactus altissimi. Un luogo che ti insegna a rallentare, a osservare, ad ascoltare. In città, abbiamo visitato il famoso Hotel California, solo per scoprire che non ha nulla a che vedere con la canzone degli Eagles – solo una trovata commerciale ben riuscita. Ma non importa: la vera magia di Todos Santos è nella sua atmosfera sospesa, nel contrasto tra sabbia e gallerie d’arte, tra ristoranti gourmet e bambini che giocano scalzi tra le strade polverose.
Le spiagge di Mulegé: Playa El Burro e Playa Santispac
Proseguendo, abbiamo raggiunto Mulegé, una piccola oasi tra palme, deserto e mare. Abbiamo esplorato le baie e le calette dei dintorni in totale libertà, senza troppe tappe programmate. A ogni curva ci fermavamo, scendevamo dalla macchina e guardavamo il mare. Qui si trovano alcune delle spiagge più belle del viaggio: Playa El Burro e Playa Santispac, con sabbia chiara, acque calme e pochissima gente. In bassa stagione, le spiagge sono praticamente tutte per te, e questo è stato uno dei grandi privilegi del nostro viaggio. Ogni tanto un vecchio camper, qualche canoa, un chiosco di pesce fresco. Per il resto, solo cielo e silenzio.
Puerto Escondido: natura allo stato puro
Non lontano da Loreto si trova Puerto Escondido (omonimo della più famosa località di surf sull’oceano, ma qui parliamo della sua versione sulla costa orientale della Baja). Tra le spiagge che ci hanno lasciato senza fiato c’è stata sicuramente Playa Juncalito: una lingua di sabbia dorata affacciata su un mare calmissimo, incorniciata da montagne brulle e cactus. Lì abbiamo passato ore a nuotare, immersi in una calma quasi irreale.
Una terra che ti entra dentro
Abbiamo trascorso circa dieci giorni in Baja California Sur, tra on the road, escursioni, spiagge e notti stellate. Era bassa stagione – giugno – e questo ci ha permesso di vivere ogni luogo in modo quasi esclusivo, con poca gente e grande calma. Il caldo era intenso, ma secco, sopportabile. I paesaggi ci sono rimasti negli occhi: distese infinite di deserto punteggiate di cactus giganti, mare limpido, villaggi sperduti. Ma soprattutto ci è rimasta dentro la sensazione di aver fatto un viaggio vero, in un luogo che non ha bisogno di fronzoli per farsi amare.